Quando lavorava ancora a tempo pieno in Microsoft, Bill Gates aveva l’abitudine di programmare una “vacanza” insolita due volte all’anno. Le pause erano insolite perché veniva lasciato in elicottero in una capanna segreta nel bosco e rimaneva lì da solo per una settimana. Ha chiamato questa esperienza la sua “Think Week (settimana del pensiero)”.

Per sette giorni, Bill Gates restava totalmente disconnesso da tutta la tecnologia ed era irraggiungibile per la famiglia, gli amici e per il personale della Microsoft. L’unico contatto umano che aveva era con un custode che gli forniva i pasti due volte al giorno.

Questo isolamento intenzionale ha permesso al multimiliardario di leggere libri, notizie del settore e rapporti aziendali. La completa assenza di distrazioni gli garantiva di concentrarsi solo su ciò che stava leggendo e sulla formulazione di risposte attentamente ponderate ove necessario. In particolare, Bill Gates ha potuto prestare la massima attenzione alle nuove innovazioni che gli venivano proposte e il lavoro svolto durante una Think Week portò alla creazione di Internet Explorer nel 1995.

Nel suo bestseller Stillness is the Key, Ryan Holiday scrive che anche noi dobbiamo metterci nella condizione di fare questo tipo di lavoro profondo proprio come Bill Gates con le sue Think Weeks. Per quanto difficile possa essere, dobbiamo trovare il tempo e un posto dove possiamo pensare in solitudine. Le responsabilità che temporaneamente mettiamo da parte troverà giovamento dalla nostra temporanea assenza.

Pianificare un momento specifico per aumentare la concentrazione, stimolare il pensiero creativo ed evitare stimoli inutili è un ottimo modo per ricaricarsi. Ti apre gli occhi sulla tua capacità di focalizzarti su un compito specifico e importante, mentre blocchi tutte le altre cose che ambiscono alla tua attenzione. 

Potrebbe non essere pratico per te affittare una capanna segreta nel bosco e sparire per una settimana, ma ci sono modi più piccoli per trarre ispirazione dalla Think Week di Bill Gates e raccogliere i frutti della solitudine. Infatti, come scrisse Marco Aurelio nei suoi Pensieri, non è affatto necessario andare molto lontano:

Gli uomini si cercano dei luoghi solitari in cui ritirarsi: dimore in campagna, sulle rive del mare, sui monti; e anche tu sei solito sentire un ardente desiderio di tali cose. Tutto questo, però, rivela una grande ignoranza, ché ti è possibile ritirarti in te stesso in qualunque momento tu lo voglia. In nessun luogo, infatti, l’uomo trova un rifugio più sereno e tranquillo che nella sua anima, soprattutto colui che ha dentro di sé princìpi tali che, se si volge a contemplarli, subito acquista una totale serenità di spirito; e per serenità di spirito io non intendo null’altro che la condizione di un’anima ben disposta. Concediti dunque costantemente questo rifugio e rinnova te stesso.

Esercizio stoico

Tieni presente che ritagliarsi uno spazio per la solitudine non significa necessariamente pensare al lavoro. Può essere semplicemente un mezzo per pensare alle questioni personali che hai evitato, per fare un reset, per rinnovarti. Allontanarsi dal trambusto della vita quotidiana anche per pochi minuti può essere sufficiente per ritrovare una prospettiva positiva sugli ostacoli che si trova ad affrontare.

Ecco alcuni suggerimenti pratici per aiutarti a costruire il tuo spazio per la solitudine:

  • Prenditi un giorno o un fine settimana di riflessione.
    Se non puoi bloccare una settimana per leggere, pensare e scrivere, allora che ne dici di un fine settimana o solo di un giorno? Con tutte le distrazioni a cui ci siamo abituati, anche 24 ore senza sono sufficienti per aumentare notevolmente la nostra concentrazione.
  • Elimina le distrazioni
    Piuttosto che allontanarti dalle distrazioni solo nei giorni di riflessione, perché non programmare un periodo della tua giornata lavorativa in cui ti impegni in un’attività eliminandole completamente? Spegni il telefono, chiudi la posta elettronica, metti i tappi per le orecchie e concentrati.
  • Tieni traccia delle attività
    Bill Gates ha utilizzato la sua settimana di riflessione per valutare le proposte innovative dei suoi dipendenti e decidere su cosa valesse la pena dedicare più tempo. Se tieni un elenco di ciò che devi fare e lo aggiorni all’inizio e alla fine di ogni giornata sarai in grado di dedicare tempo efficacemente a ciò che è importante e di conseguenza potrai ritagliarti più tempo per praticare la solitudine.

Praticare la solitudine potrebbe sembrarti una misura estrema, ma ha l’enorme vantaggio di aiutarti a pensare e agire senza tutta quella pressione che provi ogni giorno.

Concludiamo con questo passaggio sulla solitudine tratto dalle Lettere a Lucillo di Seneca:

La solitudine non è di per sé maestra di innocenza, né la campagna insegna la frugalità, ma, quando se ne sono andati testimoni e spettatori, i vizi si attenuano, perché essi godono a essere mostrati o ostentati.
Chi indossa una veste di porpora, se non c’è qualcuno a cui mostrarla?
Chi mette le vivande in stoviglie d’oro, se è solo?
Chi, disteso da solo all’ombra di un albero in campagna, fa sfoggio della sua ricchezza?
Nessuno fa sfoggio per i propri occhi né per quelli di poche persone né per quelli di familiari, ma dispiega tutto l’apparato dei sui vizi in proporzione al numero di persone che lo guardano.
È proprio così: lo stimolo a tutte le nostre follie è la presenza di qualcuno che ci ammiri e ci assecondi. Se ci togli la possibilità di ostentazione, ci toglierai insieme anche la brama di possesso. L’ambizione, il lusso, la sfrenatezza hanno bisogno di un pubblico: guarirai da queste passioni se le terrai nascoste.

SenecaLettere a Lucillo, 94, 69-71

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Commenti di: Esercizio stoico: pratica la solitudine

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