Non accogliere il sonno sui delicati occhi prima di aver riflettuto su ciascuna delle azioni compiute durante la giornata. “In che cosa ho errato? Che cos’ho fatto? A quale dovere ho mancato?” Comincia da lì e prosegui l’esame; e poi, biasima quel che hai fatto di basso, e gioisci per ciò che hai fatto di buono.

Questo passo non è tratto dal Manuale bensì dalle Diatribe, ma lo ritengo molto importante e ho deciso di inserirlo comunque negli esercizi perché, per quanto mi riguarda, mi è stato di enorme beneficio.

Anche Seneca ci esortava a fare qualcosa di simile, dicendo espressamente che sarebbe meglio farlo la sera prima di metterci a letto, perché dopo tendiamo a perdere concentrazione e lucidità.

Trovate un posto tranquillo nella vostra casa o nel vostro appartamento e riflettete su quanto vi è accaduto durante il giorno. Io trovo utile pure mettere per iscritto queste mie riflessioni, come del resto faceva anche Marco Aurelio con i suoi Pensieri

L’obiettivo è concentrarsi sugli avvenimenti più significativi della giornata, in particolare su quelli inerenti alla sfera morale. Forse ho avuto uno screzio con un collega o non ho trattato la mia compagna come avrei dovuto; al contempo, potrei anche essere stato generoso con uno studente o aver dato una mano a un amico.

A ciascuno di questi avvenimenti dedico qualche riga sul mio diario filosofico, aggiungo un commento il più possibile equilibrato – come se dovessi assegnare un voto al mio rendimento morale nel corso di quel giorno – e prendo mentalmente nota di quanto ho imparato da quelle esperienze.

A questo punto, non trovo onestamente nulla di meglio che lasciarvi con un breve saggio della prosa di Seneca, probabilmente il più persuasivo ed elegante tra gli autori stoici

[L’animo] deve esser convocato ogni giorno alla resa dei conti. Era un’abitudine di Sestio: al cadere della giornata, non appena si era ritirato per il riposo notturno, interrogava la sua coscienza: «Qual tuo male hai guarito oggi? A qual difetto ti sei opposto? In qual settore sei migliorato?». L’ira cesserà, e sarà più moderato l’uomo che sa di doversi preparare ogni giorno al giudice. C’è usanza più bella di questa, di esaminare un’intera giornata? Che sonno segue questa inchiesta su se stessi, quanto tranquillo, quanto profondo e libero, dopo che l’animo è stato lodato o ammonito, e, da osservatore e censore privato di se stesso, ha concluso l’inchiesta sui suoi costumi. Io mi avvalgo di questa possibilità, e mi metto sotto processo ogni giorno. Quando hanno portato via la lucerna e mia moglie, che conosce la mia abitudine, tace, io scruto l’intera mia giornata e controllo tutte le mie parole e azioni; senza nascondermi nulla, senza passar sopra a nulla. Perché dovrei temere uno qualunque dei miei errori, se posso dire: «Questo vedi di non farlo più; per questa volta ti perdono». […] L’uomo buono gradisce un ammonimento, ma tutti i cattivi sono estremamente restii ai pedagoghi.

Questo esercizio è un contenuto del libro “Come essere stoici” di Massimo Pigliucci.

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Commenti di: Esercizio stoico: riflettere sulla giornata appena trascorsa

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